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Blog | Annienta lo status quo

Blog | Annientare lo status quo

NOI VOGLIAMO DISTRUGGERE I MUSEI, LE BIBLIOTECHE, LE ACCADEMIE D’OGNI SPECIE…

Sto scrivendo un libro sul game-design.
Anzi, sto scrivendo un’intera collana di libri sul game-design.
Un lavoro ciclopico, titanico, gargantuesco.
Soprattutto perché non voglio avere un approccio accademico, che non serve a NESSUNO, nemmeno a chi fa game-design.
L’approccio accademico serve solo a chi vuole crearsi uno STATUS all’interno di una community.
Come quando un qualsiasi guru-da-quattro-soldi crea una nuova tassonomia e una micro-setta di ebeti la adotta pensando che sia la Verità.
Di solito questi danni culturali sono generati da frustrazioni personali.
Bullismo infantile, microdotazione penica o, comunque, una delle robe che potete andare a cercare nella piramide dei bisogni di Abraham Maslow che tanto piace a scrittori e sceneggiatori, nonostante la maggior parte di loro non la capisca minimamente (ma questo è materiale per un altro articolo).

IL CORAGGIO, L’AUDACIA, LA RIBELLIONE, SARANNO ELEMENTI ESSENZIALI DELLA NOSTRA POESIA…

Il titolo provvisorio del manuale (o della collana) è “Guida punk alla progettazione di giochi” .
Non so se sarà quello definitivo. Non dipenderà da me.
Già il game-design fuori dall’ambito dei videogame è qualcosa di sconosciuto e alieno, ci manca solo che io mi autoproduca!
No, voglio l’imprimatur di un importante editore.
Non sarà la forma, saranno i contenuti ad essere rivoluzionari.
Voglio annientare lo status quo.
Lo so è uno status quo piccolo e insignificante, ma voglio annientarlo lo stesso.
Perché è davvero facile riempire la testa delle persone con la merda.
Io invece la voglio togliere.

VOLETE DUNQUE SPRECARE TUTTE LE VOSTRE FORZE MIGLIORI, IN QUESTA ETERNA ED INUTILE AMMIRAZIONE DEL PASSATO, DA CUI USCITE FATALMENTE ESAUSTI, DIMINUITI E CALPESTI?

Giusto per darvi qualche idea – a meno che non mi venga censurato – l’indice conterrà i seguenti argomenti:

  • Non ci servono nuovi giochi
  • Togli le armi dalle illustrazioni!
  • Meno consigli, più procedure
  • Il personaggio non esiste
  • Il mancato viaggio dell’eroe
  • L’arco di non trasformazione

… e tanto altro!

Uno sguardo disattento potrebbe liquidare questi argomenti come provocazioni per far parlare, o stronzate del genere.
Ritengo invece che i giochi non siano solo giochi e che gli autori abbiano delle precise responsabilità.

Sono abbastanza disponibile a venire incontro a chi usa quel vocabolario che contempla parole anacronistiche quali divertimento o immersività, ma non accetto più che il ruolo di scrittori, sceneggiatori, disegnatori (e di crea contenuti in genere) viva una totale de-responsabilizzazione dal mondo reale.

Quando disegni un personaggio con un’arma in mano stai compiendo un atto politico.
Quando ti esprimi al maschile o al femminile o con lo schwa stai compiendo un atto politico.
Quando consigli al dungeon master di mentire stai compiendo un atto politico.

Che tu te ne renda conto o no.
E che tu lo voglia o no.
Rimangono atti politici lo stesso.

EDIPO RE (NUDO)

A mio avviso prima ti smarchi dai danni culturali generati dallo status quo e prima riuscirai a vivere una vita ludica decente ed equilibrata. Tutto qua.

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